Ubuntu 11.10 a pochi giorni dal rilascio finale

Che dire se non che mi sta iniziando a piacere la creatura di Canonical. Ci sto giocando un po’ in Virtualbox e devo dire che prendendoci la mano non è poi tutta sta malvagità così come la si descrive. Ovvio che Mandriva, almeno per quanto mi riguarda, rimane anni luce avanti in molti aspetti, primo fra tutti la facilità di configurazione e d’utilizzo. Ma Ubuntu 11.10 (in giro c’è la seconda beta credo…) mi sembra un buon punto di partenza per iniziare a scoprire il mondo Linux, niente di eccessivamente complesso e didattico soprattutto, ma in compenso avrete un sistema stabile e quasi immune da virus.

In questa release avremo Unity di default, ora disponibile anche nella versione 2D per chi non ha schede video proprio di ultima generazione, in abbinata a Gnome ovviamente come nella migliore tradizione Canonical. Unity forse spiazza un po’ al primo impatto, ma forse era l’unico modo per dare un segnale forte di cambiamento agli utenti Linux. Fossilizzarsi troppo sempre sullo stesso desktop dopo un po’ di installazioni stanca. Ne sanno (anche io) qualcosa gli utenti KDE 4. Stesso desktop e stessi plasmoidi predefiniti dopo la prima installazione o durante l’esecuzione di una live. Che sembra quasi che non ci sia differenza tra una distro o un’altra. Unity probabilmente non piace ancora e, forse, non piacerà mai a molti, ma il fatto è che è comodo. Avere una barra da cui lanciare quelle 7/8 applicazioni che si usano più spesso (ditemi chi abitualmente ne usa di più) è lo stesso concetto che io applico a qualsiasi tipo di barra che uso su KDE. Sulla mia barra standard in basso ho sempre le 4 app che utilizzo di solito, pochissime sul desktop (e potrei eliminarle del tutto) e non uso quasi kicker, al massimo ALT+F2 e via a scrivere l’applicazione da lanciare.Non dico che se avessi una cosa simile in KDE la userei (tra l’altro è già possibile averla), ma su Ubuntu ci sta benissimo. È customizzabile, abbastanza usabile, non molto stabile a dire il vero ma è solo una questione di gioventù.

L’altra chicca ubuntiana è l’Ubuntu Software Center. Molte distro ci avevano provato prima, moltissime ci avevano solo pensato. Ubuntu ha messo insieme questo “contenitore” che si pone in diretta concorrenza con lo stile Apple o di un Market Android. Racchiudere tutto quello che gira attorno alla galassia Ubuntu in un’unica applicazione che facilità di molto la gestione del software e degli aggiornamenti. Facendo tutto in maniera molto coreografica. Piaccia o non piaccia l’impatto scenico nel mondo Linux abita quasi esclusivamente in casa Ubuntu. E ve lo dice uno che Mandriva non l’abbandonerà mai e che ha quasi sempre criticato le scelte di Canonical.

Oggi depongo l’ascia di guerra.


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